Adriano, figlio di Camillo Olivetti, a 12 anni inizia a lavorare come apprendista, nella fabbrica del padre, dove si producevano macchine da scrivere. Gli anni passano, Adriano, ormai adulto, inizia a gestire molto bene l'azienda, a volte entrando in conflitto con il padre, per le sue idee troppo rivoluzionarie. Durante la guerra, essendo ebrei e antifascisti, la famiglia Olivetti è in pericolo. Adriano fugge in Svizzera, e lì comincia a lavorare al progetto della comunità che consiste nel costruire una fabbrica che collabori strettamente con il territorio e i suoi abitanti. Quando la guerra finisce Adriano Olivetti riprende le redini dell'azienda e prosegue la modernizzazione della fabbrica dal punto di vista architettonico e sociale riprendendo in mano le carte del progetto.